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Attacchi di panico

Un giovane liceale di 18 anni viene colto improvvisamente da stati di ansia che progressivamente nell’arco di pochi mesi, si trasformano in veri e propri attacchi di panico.

Il giovane inizia a non sentirsi sicuro, dapprima in classe, e poi anche durante le interrogazioni. Successivamente, anche le performance sportive (è un promettente tennista), vengono sempre più influenzate dall’insicurezza dei colpi e dall’incapacità di concentrarsi, in uno sport che richiede grande controllo emozionale.

Qualche settimana dopo le condizioni peggiorano, al punto tale che i genitori sono costretti, più di una volta, a doverlo far uscire prima dalle lezioni scolastiche, a causa degli improvvisi mancamenti che colpiscono il ragazzo.

Inizia quindi la trafila delle visite neurologiche, che però esitano per la totale mancanza di patologie cerebrali. Gli viene consigliato, perciò, di farsi seguire da uno psichiatra, vista la prostrazione sia psichica che fisica.

I genitori scelgono di contattare una psicologa che prende subito in terapia il giovane, ma dopo due mesi la situazione non mostra segni di miglioramento.

A questo punto decidono di affidarlo a noi che procediamo immediatamente ad effettuare un check-up con l’apparecchiatura SCIO/QUEST9, la quale già alla prima visita rileva dei traumi risalenti alla prima infanzia, che erano stati re-stimolati da situazioni stressanti, sia con i genitori, che nella relazione con una coetanea, che all’inizio lo aveva subito accettato come fidanzato, ma successivamente aveva instaurato un estenuante tira e molla.

Inoltre, si erano aggiunti diversi sintomi fisici: un’infiammazione alla caviglia sinistra, un dolore al ginocchio destro, senza che ci fossero stati traumi sportivi, oltre ad un’emicrania soprattutto nelle ore pomeridiane. Iniziamo perciò subito le sedute con lo SCIO/QUEST9, prescrivendo una terapia di supporto tra una visita e l’altra con rimedi omeopatici, testati sul paziente con l’apparecchiatura, per avere certezza al 100% che fossero la sua frequenza specifica.

Dopo la prima seduta, gli attacchi di panico non si verificarono più.

Due mesi dopo alla terza seduta tutti i parametri frequenziali risultarono nella norma per l’età del giovane ed il colpo di “dritto”, che nella sua pratica tennistica era deficitario, appariva notevolmente migliorato. A distanza di sei mesi le condizioni del paziente sono stabili ed il suo tennis migliora sempre di più.